Dov'è?
Scritto da: Roberta il 02-11-2018 - 09:40 pm
Dov’è casa?
L’anima si cheta rallegra nell’amore serena ovunque sia pace.
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Presenza
Scritto da: Roberta il 15-10-2018 - 02:06 am
Essere vivente respira presenza scalpiccio nera sagoma zampetta la casa nell'anima.
Vecchiezza d'affanno anela respiro e una carezza.
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Notte 11 agosto
Scritto da: Roberta il 15-11-2017 - 09:38 pm
Luna di luce brillante appare e scompare tra i boschi scende la strada di notte tra stelle perse granelli sul lago profondo.
Vacche bianche abbagliate dai fari tra tronchi e chiome lente divine muovono nel buio nel fruscio chiarore indistinto.
Abbaiare del cane le spinge a correre una giovenca attraversa la strada latte, panna sull’asfalto scivola inciampi di zoccoli in fuga.
Stelle lucidano la volta e scendono alla terra, ci comprendono avvolgono attirano nel desiderio del grande di pace silenziosa musica di luce.
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Che Guevara
Scritto da: Roberta il 10-10-2017 - 06:30 am
Che Guevara del Novecento Cristo rovescia tavole di Trimalcioni parassiti e virus combatte un canto innalza, un grido del sangue della Terra Oceani di lacrime e annega in fiumi di petrolio.
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Atrio
Scritto da: Roberta il 03-10-2017 - 08:05 pm
Chiave che gira fuga di un corridoio nicchia del portiere caselle nere bianche opache, al filo appesa la lampadina su una bicicletta abbandonata.
Finestra aperta sulle scale in un cavedio di note.
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Ritornano
Scritto da: Roberta il 08-08-2017 - 09:39 pm
Infinite ore ogni giorno piccole storie dilatano e anni affollati, solitudini strade e musica libri e mura mille volti e gesti ritornano dal buio dal silenzio.
Vita lunga di attimi olio di noce sulle vernici se apri gli occhi gocciolano brillano si nascondono per tornare a sorprenderti.
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Dario Fo lo vedo lo sento
Scritto da: Roberta il 08-07-2017 - 07:04 pm
Dario Fo vedo bambino intrepido sul carretto del nonno vendere ortaggi occhi spalancati cogliere battute tra i pescatori al lago storie esagerate nel dialetto musicale di reti e pesci sul treno entrare inventando aneddoti trasformare personaggi camuffato per salvare profughi con le sottane approdare al Politecnico tra i Maestri cimento con le matite.
Lo vedo nella maschera fissa risata che seppellisce sganascia, parola di sciabola occhi come frecce braccia allungate al mondo motore movimento in fieri lo vedo.
Poeta giullare, corpo grande, voce amica convincente o arrabbiata contro ogni soperchieria, lo sento cantare gioioso, ubriaco di febbre dello spettacolo teso elastico nelle gambe di saltimbanco.
Dario Fo vedo immerso nei colori prolungamento della testa partorisce figure dal ventre fantastiche e vive di realtà sperimentata di giorno e notte abbracciato con Franca mila volte sul palco in fabbrica carceri per le strade cappelli mantelli al vento le urla gli amici tavolate in allegria sagace l’ultimo inchino al pubblico che ama di aver onorato.
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Estate
Scritto da: Roberta il 26-06-2017 - 07:48 pm
Di infinite ginestre grido giallo corrono lungo i pendii tra stoppie abbacinate verde riposo dei boschi.
Quercia millenaria divina rigogliosa acqua di fiume vita di piante radici corolle allegra compagnia ristoro nella siccità.
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A Maccarese con Dada
Scritto da: Roberta il 08-06-2017 - 08:50 pm
Alla spiaggia bianca mare in fermento e noi quiete e l’interrotto dialogo cielo di sole, io all’ombra.
Creme, morbide pacate caldo che il vento diventa piacere tempo sdraiate dubbi in ironia silenzio accanto.
Tamerici alla rena al limitare cannizzi onde rullano e acquietano ritma il mare musica tra noi delicata pace intesa di conoscenza continua.
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L'Aniene a Subiaco
Scritto da: Roberta il 05-06-2017 - 09:17 pm
Ripa erbosa ombra di chiome fiume snoda snello s'insinua veloce sole filtra riflette grigi sassi e verde traspare.
Calura alle spalle refoli d'aria d'acqua che muove, immoto il prato si stende verso fontane essiccate pietrisco bianco nella canicola.
La forra umida di foglie larghe generose momentaneo refrigerio.
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Il fiume va
Scritto da: Roberta il 08-05-2017 - 09:33 pm
Inceppano crepiti di ramaglie spezzate sul greto dell’acqua che salta i massi riprende il suo letto il fiume nella corrente verdi foglie e rami di chiome inclinate alle trasparenze alla frescura a schizzi gorghi al seguitar goccia goccia.
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Lago nel parco
Scritto da: Roberta il 07-05-2017 - 07:02 pm
Cerchi concentrici al lago i sentieri nel prato betulle aceri tigli, sui dossi le siepi largo un circolo alla vista di verdi toni nel silente calpestio dei passi attorno all’acqua scura tintillano gocce di pioggia, folaghe con le nidiate frottano a un ciuffo di canne, spuntano carapaci di melmose tartarughe, cornacchie sorvolano i prati macchie di ali nere frusciano.
Attrezzi legnosi di ginnico invito e giochi gialli e rossi per bimbi all’incantamento dell’ambiente lacustre grigiazzurro nel cielo nuvolo -piana d’erba di alberi punteggiata l’acqua ferma che indugia i riflessi- riportano l’impronta urbana, passeggiatori con cani che sfuggono abbaiano, sportivi con le racchette in marcia, un bar con grandi ombrelloni marrone invita a un rinfresco, alle sedie a crocchiare patatine, discorrere e tornare poi al parcheggio riprendere l’asfalto, alle spalle un’ora di quiete.
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Punta Aderci-Punta Penna
Scritto da: Roberta il 21-04-2017 - 01:37 am
Dune la sabbia corona di alte erbe la baia verde il mare agitato alghe bagnate dal sole riva lunga di rami spezzati freddo il vento e leggero profili di nude capanne.
Si cammina al promontorio boscoso proteso alle onde alte bianche di frange al vento che terge celeste il cielo solleva ondate alla scogliera muove sulla rena il fogliame, immersi nel brivido della natura.
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Un nuovo vento
Scritto da: Roberta il 05-04-2017 - 09:45 pm
Negli occhi riflesso il tuo sgomento rifletto la domanda di aiuto, nodo di destino la vita quotidiana prove di resistenza.
Alziamo il volo come colombe nei becchi l’ulivo scendiamo in piazza, in spiaggia con orme costanti un nuovo vento libra lo slancio.
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Respiro col cuore
Scritto da: Roberta il 28-03-2017 - 01:16 am
Toni di rosso nel mosaico in alto sulla facciata di marmo bianco del Tempio malatestiano che si innalza lucente stupore nel pomeriggio di marzo a Rimini. Apre respiro saldo sull’erba lo slancio nella geometria dei negozi della strada che viene da incroci squadrati, decumani, via Flaminia ed Emilia, grande Piazza intorno alla quale il paese circola di passeggio di giovani a frotte. All’interno del Tempio Sigismondo domina in una navata di austera verticalità, dove le cappelle sono limitate da sculture minute di marmo bianco, colonnine, simmetrie, accolgono una Pietà in miniatura in campo azzurro e stellato, un affresco di Piero della Francesca, tesori custoditi tra altri senza sfarzo, nella purezza della classicità. Nel centro della movida colori di negozi in una continuità senza soluzione, variegata di abbigliamento alla moda, caffè, librerie, souvenir, ristoranti. All’Arco romano il prato è una piazza dove ragazze e ragazzi sostano, si danno appuntamento, aspettano autobus al ponte che cavalca il fiume-canale, alle panchine che sono snelle barche di legno. Il ponte di Tiberio, del 14 d.C., è all’estremo opposto del lungo Corso, una pietra antica così possente che ancora le automobili lo attraversano sopra il fiume. Fotografo Pino al lato, mi sembra di cogliere una somiglianza con Giulio Cesare, guarda il parco acquatico sottostante che si estende di prati dove i bambino giocano. Nella Piazza medievale la fontana della Pigna è un ricamo ai piedi del grande palazzo rettangolare del Municipio di mattoni con le torri merlate. Motociclette e sidecar di collezioni d’epoca creano l’atmosfera di un film anni ’60, nella sera mondana del sabato mentre centinaia di persone siedono nei bar per l’aperitivo, ai tavolini nelle piazzette e nei vicoli in conversazione, tra luci di negozi di trucchi e bigiotteria, antiquariato, gioielli, scuri interni di pub, angoli di fiori. Sulla circonvallazione domina il Castello di Sigismondo, mole di torri gigantesche in restauro, imbrigliato come transatlantico prima del varo, fronteggiato dal teatro in costruzione Fellini, che è ricordato in mille insegne. Si aprono trattorie e ci fermiamo a “La mi mama” a mangiare qualcosa di pescato nell’Adriatico , tra tavolini di legno assiepati in un enorme stanzone allegro,tra la musica canzoni dei Beatles, pareti che appaiono una tinteggiatura in corso, camerieri alla mano, un po’ di fretta per la pressione della clientela numerosa. Per rientrare nell’Hotel dobbiamo digitare un codice. All’arrivo alle tre del pomeriggio era chiuso e il tassista che ci aveva accompagnato ci aveva lasciato attoniti davanti alla porta a telefonare. E’ tornato poco dopo dicendo di aver rintracciato il proprietario che sarebbe arrivato presto, intanto ha digitato un codice su una tastiera sul muro e ci fatto entrare nella hall. Miracolo del turismo romagnolo. Domenica mattina alla marina. Arrivo alla fontana dei quattro cavalli. Da tuffarsi e saltare. Tra alberghi liberty e tanti alberi, erba e pratoline. Il Grand Hotel come una reggia bianca ornata di pinnacoli oltre alte inferriate, giardini di oleandri e palme, andirivieni di ospiti e camerieri, si erge sul lungomare a vedetta con le bandiere al vento. Entriamo nel viottolo di uno stabilimento chiuso tra cabine e marmittoni, giochi di plastica, piante rovinate dall’inverno, qualche operaio che ridipinge, tubi e teloni che coprono forme indistinte. Tra un bagno e l’altro spazi con qualche sedia di plastica dove turisti sostano, qualcuno che si toglie la maglia, bambini vanno avanti e indietro tra assi di legno, mattoni, si inerpicano sulle dune che portano al mare. Pino si sdraia a prendere il sole su una panca, mi incammino verso la riva. La spiaggia è grande, la sabbia vicino all’acqua ha riflessi d’oro, l’aria è fresca di un venticello soleggiato. Molti passeggiano, cani corrono, vola sul mare un parapendio blu. Al porto-canale moltissime imbarcazioni, saliamo al molo dove è in preparazione un’esercitazione di salvataggio. Cammino i massi fino alla punta e scopro la riviera nelle due direzioni lunghissima, saluto sbracciandomi Pino che mi aspetta con la valigia rossa mentre un operatore Rai lo riprende chissà perché. C’è sole vento tanto mare tutto intorno. Respiro col cuore.
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